I giamaicani non hanno mai imparato a suonare il soul. Ci hanno provato, ma avevano questi ritmi ancestrali, in levare, che fuoriuscivano da tutti gli arrangiamenti. Allora hanno pensato di creare la propria musica, un opera in continua evoluzione, che è partita dal blue beat, per trasformarsi in ska, reggae, dub, lovers rock, rocksteady, dj style, raggamuffin, ragga, dance hall… Una fucina di idee, suoni, armonie ed arrangiamenti da cui hanno attinto i più svariati generi musicali. Autobahn è puro stile dub, come i primi EPs dei Cabaret Voltaire. Public Image Ltd. era quasi tutto dub. I due albums Stones Roses devono molto più alle tecniche dub che a rock/dance/elettronica.
“Bob Marley is a poet and prophet”, come dice Anthony Kiedis, ci trova tutti d’accordo. Marley e Peter Tosh sono stati artisti fondamentali nella divulgazione del reggae fuori confine, ma sono stati costretti a scendere a patti con Babylonia. Quando i tre Wailers si sono trasferiti a Londra, il più mistico, Bunny Wailer, non ha resistito più di sei mesi.
Fatalmente si trascura come la più intensa diffusione e promozione della musica giamaicana sia dovuta a Don Letts, che quando lavorava come dj al Roxy di Covent Garden, non disponendo di un numero sufficiente di canzoni punk (perchè ancora non uscite), cominciò a proporre reggae & dub incontrando immediatamente il favore dei punks esuli dalle scuole d’arte della città. Erano i tempi in cui se non conoscevi Dr. Alimantado e non sapevi cosa acquistare da Dub Vendor, adiacente all’ entrata della tube di Ladbroke Grove, eri un emarginato, come ti avessero trovato in casa dischi di Pink Floyd o Genesis. Dal negozio di Rough Trade, quello vecchio e minuscolo nel cuore di Notting Hill, uscivano le note di Augustus Pablo e Johnny Rotten si era fatto installare un sound system nell’ appartamento di Gunter Grove, punto di ritrovo di Slits, Poly Styrene, Jah Wobble, Billy Idol, tutti ammaliati da quella musica. Erano i tempi in cui Tapper Zukie faceva il pieno al 100 Club di Oxford Street ed i Clash scrivevano sui loro vestiti alla Pollock “Under Heavy Manner”, da Prince Far I.
Yabby You è stato un grande musicista, produttore e cantante visionario, grande persona capace di profonde e prolungate meditazioni. Voce stupenda da canarino e maestro di tecnica dub. Dotato di suprema moralità ha sempre seguito la legge della Bibbia, del Dub e del Reggae. Un aneurisma ce lo ha portato via all’età di 63 anni ed é stato un giorno tristissimo per tutta l’Isola.
Nato Vivian Jackson e cresciuto in povertà, con i suoi sei fratelli, nella comunità di Waterhouse, West Kingston, il padre falegname era seguace fedele di Marcus Garvey, il campione radicale nero di autodeterminazione. Sua madre, una sarta, lo ha portato in chiesa fin dalla tenera età.
Si è subito convertito al rastafarainesimo, fatto crescere i dreads, ma a differenza dei contemporanei, non riconosceva la divinità dell’imperatore Haile Selassie ed il suo credo era talmente singolare che gli fece guadagnare l’appellativo di Jesus Dread.
Un lungo ricovero in ospedale ha ostacolato il reperimento del denaro necessario per realizzare il primo singolo Conquering Lion, che comunque è uscito nel 1972 accreditato a Vivian Jackson and the Ralph Brothers e prodotto dal magico tocco di King Tubby. La canzone diventò subito una hit e la sua introduzione “Be-you, yabby-yabby-you” fece guadagnare a Vivian il secondo nick di Yabby You. La canzone è stata registrata ai Dynamic Sounds con l’apporto di musicisti del calibro di Aston “Familyman” Barrett, Earl “Chinna Smith” e Leroy “Horsemouth” Wallace.
Nel periodo iniziale della propria carriera ha realizzato numerosi singoli, spesso usciti con monikers diversi su differenti etichette, per giungere, infine, al primo album intitolato, come il primo singolo, “Conquering Lion”. Il successo conseguito gli ha fatto raggiungere lo status di produttore stimato portandolo a collaborare con artisti del calibro di Trinity, Wayne Wade, Michael Rose, Tommy McCook, Michael Prophet, Big Youth, Dillinger e Tapper Zukie.
Il box set in questione è imperdibile, col primo disco concentrato sulla proficua collaborazione con il maestro King Tubby e sulla progressione verso canti solenni. Il secondo è maggiormente focalizzato sulla attività di produttore, mentre il terzo contiene prevalentemente pezzi rari usciti in white labels difficilmente reperibili e messi a disposizione dalla vedova di Vivian.
All’interno del box una serie di foto interessanti ed un saggio che consente di avvicinarsi a questo artista sfuggente, riserevato simile ed un monaco.
L’eredità musicale di Yabby You è puro stile Original Rockers, scevro da contaminazioni elettroniche e da ricorsi a tecniche digitali. Ritmi talmente potenti e risoluti da attirare l’attenzione dei deejays più importanti, da Big Youth a Jah Stitch, Dillinger e Trinity, tutti presenti in questa mastodontica raccolta.
Gli strumentali realizzati con Tommy McCook, con l’aiuto del trombettista Bobby Ellis, sono al massimo del loro splendore, registrati ai Black Ark Studios di sua maestà Lee Scratch Perry. Il leggendario co-fondatore dei mitici Skatalites appare al massimo della forma e regge benissimo il confronto con la prorompente vitalità e creatività di Mr. Vivian.
Le versions ed i dub plates realizzati in collaborazione con King Tubby sono pura arte giamaicana priva di compromessi. Classico dub che sottrae, estende e mai si inchina a facili effetti.
Un disco imprescindibile, dicevamo, non solo per completisti, ma anche per coloro che hanno avuto la fortuna di reperire alcuni delle versioni qui presenti, magari al mercato di Camden o durante un pellegrinaggio nell’Isola.