
Che senso ha recensire un disco dei Telescopes? Qualunque cosa io possa dire su questo ultimo disco ha un valore comunque relativo rispetto a quello che questa band riesce a trasmette nella sua dimensione più rappresentativa, cioè il live.
Ogni concerto dei Telescopes più che un concerto oppure una esibizione vera e propria, costituisce un vero e proprio ‘happening’. Una forma di teatro e di arte contemporanea in cui tutti i componenti prendono vita e in un insieme apparentemente disorganizzato, dando luogo a quello che è l’evento vero e proprio. Che è un’occasione imperdibile e probabilmente unica.
Tra tutte le band che facevano parte di quella ondata proveniente dal Regno Unito alla fine degli anni ottanta, i Telescopes sono forse quelli che all’epoca riscontrarono meno successo di pubblico e rimasero quasi una esperienza sotterranea e che era destinata a pochi eletti e appassionati di questo sound. Una dimensione sonora particolare, una sottospecie di fracasso organizzato e una vera e propria parete sonora che vibra al suono delle chitarre elettriche e che negli anni ha saputo conquistare sempre più adepti dando luogo a quella che si può considerare come una vera e propria setta dei seguaci del rumore.
Verrebbe a questo punto da pensare che questo nuovo disco, ‘Hidden Fields’ (Tapete Records), uscito a distanza di quasi trent’anni dalle prime uscite della band fondata da Stephen Lawrie, potrebbe suonare in qualche modo ripetitivo, risentire degli effetti della stanchezza e del passare degli anni. Ma non è così. Invero, a dispetto di quelle che potrebbero essere queste considerazioni, il disco è probabilmente una delle cose migliori uscite quest’anno e uno degli episodi, relativamente le registrazioni in studio, meglio riusciti di questa band.
‘Hidden Fields’ è un mantra. Una esperienza sperimentale e meditativa noise e psichedelica estrema nella quale i Telescopes ci guidano tuttavia sapientemente, consapevoli di quelli che sono i loro mezzi e le loro capacità e oramai conoscitori di tutte le dimensioni e derive possibili del suono. Una terapia tantrica, una forma di esorcismo per lo spirito e per gli animi più inquieti.