Questa è una raccolta. Le raccolte sono noiose e non meritano di essere recensite. Questa, però, è una raccolta di canzoni dei Bamboos che contiene addirittura tre inediti dal vivo ed un disco dei Bamboos deve, sempre, salire alla ribalta. E’ quasi Natale e the kids have to be all right, fatevi un regalo, vogliatevi bene ed ascoltate queste favolose canzoni che celebrano i quindici anni di musica della migliore band di New Soul del pianeta.
Lance Ferguson (a.k.a. Lanu) è il chitarrista Kiwi, produttore, principale autore, genio e deus ex machina di questo collettivo emerso dalle cantine della scena underground Deep Funk di Melbourne all’inizio del 2000. Una band che ha sempre cercato di andare oltre la definizione di soul, speziando la propria musica con flagranze psichedeliche, venature pop ed inflessioni rock a realizzare la necessaria evoluzione di un genere che, diversamente, sarebbe logoro ricorso a banali stereotipi. Così facendo hanno contribuito enormemente allo svecchiamento della soul music mantenendo comunque l’ appeal di ruvidezza e calore del root soul iniziale.
La loro classe e stile sono universalmente noti tanto che non hanno problemi a collaborare con cantanti dai nomi altisonanti quali Kylie Auldist, Megan Washington, Ella Thompson, Daniel Merriweather, Aloe Blacc e Tim Rogers. La carriera di Tim ha subito una notevole impennata quando i Bamboos l’hanno chiamato ad interpretare “I Got Burned”, nel loro album “Medicine Man”, del 2012 e compreso in questa raccolta. A parere di chi scrive la più bella canzone scritta dai Bamboos.
Non esistono riferimenti o richiami a musiche precedenti, perché il suono Bamboos procede spedito come un ghepardo col cuore gonfio di Stax e Motown, confortato da irrefrenabile, oscuro e saltellante Northern Soul, il tutto metabolizzato ed attualizzato fino a far scomparire i modelli originari.
Naturalmente tutte le canzoni sono bellissime, ma scegliere nel catalogo dei Bamboos non è poi molto difficile. E’ sufficiente mettere tutti i titoli in un’urna, coprirsi gli occhi ed estrarre a caso. Se ne prendano un numero a piacere ed il gioco è fatto.
Lance confessa di non avere mai pensato che si debba necessariamente essere underground per essere cool. Ha trascorso un periodo di ricerca maggiormente sperimentale se non cerebrale, ma al momento è orientato a provare scrivere buone canzoni che suscitino emozioni e voglia di muoversi. Tuttavia l’attitudine coraggiosa con cui si approccia alla materia è di estremo stupore e tanta è la voglia di provare soluzioni al di fuori dello stantio modo della soul music tradizionale. Le architetture sonore non sono mai banali supportate da eccellente tecnica di base.
Un disco da avere per le tre canzoni dal vivo, perché on stage fanno i numeri a colori, per poi correre a procurarsi tutta la discografia.