Rodney Cromwell – Age of Anxiety (Happy Robots Records, November 06, 2015)

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Rodney Cromwell – Age of Anxiety (Happy Robots Records, November 06, 2015)

Rodney Cromwell è il nuovo progetto solista di Adam Creswell, già fondatore del gruppo indie Saloon e parte, anzi metà del duo elettro-pop Arthur & Martha. ‘Age of Anxiety’ è il suo primo LP e esce per l’etichetta londinese Happy Robots Records.

Il disco esce in contemporanea alla pubblicazione di un EP, ‘Black Dog’, praticamente un singolo, che contiene anche (ovviamente) la traccia omonima, inclusa nell’album e di cui costituisce forse quello che potremmo definire ‘il pezzo forte’, registrato con la collaborazione proprio di Alice Hubley (vocalist anche del progetto Arthur & Martha) che presta la sua voce anche nel brano ‘You Will Struggle’.

Il progetto è piaciuto in modo particolare a Malcolm Holmes (Orchestral Manoeuvres in the Dark) e Rusty Egan (Visage, Rich Kids), nomi noti per chi è appassionato al genere synth-pop e in generale alla musica anni ottanta, alle cui sonorità si ispira chiaramente anche questo disco.

‘Age of Anxiety’ suona né più né meno come potrebbe suonare un disco dei New Order se fosse registrato oggi. Anzi, considerando che anche la band di Manchester ha proprio in questo periodo pubblicato un nuovo disco, potremmo dire che ‘Age of Anxiety’ potrebbe benissimo essere un disco dei New Order se questi avessero ancora il vigore e quella spontaneità, quella forte spinta emotiva e creativa che caratterizzava il movimento new-wave nel Regno Unito a partire dall’inizio degli anni ottanta.

Evidenti i richiami a tutte le band del genere a partire dagli stessi New Order, che del resto furono gli artisti più influenti di quel periodo, dei veri e propri iniziatori, fino ai Visage, gli OMD, i Pet Shop Boys. Sonorità tipicamente riconoscibili come pop, anzi synth-pop e di conseguenza per forza in qualche modo vintage. Parliamo di roba di trent’anni fa del resto. Caratteristica inoltre la voce robotica che tradisce una evidente infatuazione per i Kraftwerk e un certo gusto Ultravox! oppure Gary Numan, una scelta particolarmente evidente in più tracce tipo ‘Barry Was An Arms Dealer’, ‘The Blue Cloud’, ‘Baby Robot’ (appunto).

Non impazzisco per questo tipo di sonorità, che ritengo abbiano fatto il loro tempo, ma non ci troviamo davanti a un brutto disco, né a qualche cosa che suoni per forza come ‘vecchio’ oppure ‘già sentito’. Anzi. Parliamo di un disco divertente e che non potrà che piacere agli appassionati di lunga data del genere e ai nostalgici e in generale e a chi va matto per la musica elettronica e sonorità allo stesso tempo disimpegnate e easy-listening.

Una chicca finale? Il disco si apre con una versione de L’Internazionale che suona al carillon. Chi lo sa, forse è anche questa un’eco di quelli che del resto furono gli ultimi anni della guerra fredda. La fine di un’epoca.

@sotomayor

Pubblicato da Emiliano D'Aniello

'Who killed Jesus? It wasn’t the Pharisees, or the crowd. Who was it?'

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