“Last Train to Jordan” dei Night Beats esce diretto da quell’inferno spettacolare, con echi Titty Twister, che è il terzo, minaccioso, album “Who Sold My Generation”, uscito il 29 gennaio 2016, via Heavenly Recordings.
La canzone è di una bellezza disarmante e stimola qualche riflessione.
Se partiamo dall’assurdo presupposto che gli Stooges dei primi due album non siano una band inarrivabile, poiché Bach è stato colui che ha canonizzato il flusso musicale, inventandone la grammatica come noi la conosciamo, allora potremmo facilmente affermare che gli Stooges possono essere considerati i Bach del Novecento.
Per analogia sembra, quindi, possibile affermare che “Last Train to Jordan” è una variazione Goldberg di “No Fun”.
Parte col ritmo carezzevole e flessuoso, Scotty Asheton’s Trade Mark, e si dipana tra chitarre lontane, perse in camere iperbariche nel tentativo di sfuggire a gallerie del vento vampiresche, spruzzi di echo inconcludente e sospeso, sapori di bad lounge sotto i sombreros, tequila come se piovesse. La voce è seducente e modulata su registri ed armonie che vien voglia di vendere l’anima. Le chitarre sono magnificamente ottuse e di perfezione eloquente. Note insistenti ed errabonde, congelate in contrappunti di precisione geometrica sottintendono ad una forma di “No Fun” coraggiosa, come mai nessuno l’aveva immaginata.
Questi ragazzi possono anche non aver fatto il disco più bello del 2016, ma sono senza dubbio dotati di gran coraggio, talento e sfrontatezza.