Il contatto fu stabilito nel 1966, quando l’inquadrato e precisino cocco della maestra Jimmy Osterb(u)(e)rg decise di rimediare qualche soldo lavorando al Discont Records. Il Discount era il migliore negozio in città, dove potevi trovare i dischi degli Stones appena usciti. Jim non fumava, non beveva e non assumeva droghe. Quando vide Ron, rimase di stucco. Uno con giubbotto di pelle, pantaloni corduroy e stivaletti alla Beatles. I fratellini stavano svegli tutta la notte a fumare, mangiare cibo spazzatura e guardare in Tv il programma preferito di Ronnie, “The Three Stooges”. Si svegliavano dopo mezzogiorno, fumavano, bevevano, si drogavano e si recavano al Discount Records per sedersi, con l’amico Zander, sul muretto dall’altro lato del negozio per sputare alle auto di passaggio. Ogni tanto entravano e chiedevano di ascoltare le ultime novità come facevano tutti gli altri ragazzi. Scotty era alto, bello come Marlon Brando e quel gruppetto di freaks attirò l’attenzione di Jim. Ammirava quei teppisti e, in effetti, cominciò a frequentare molto più il Discount Records che i campi da golf. Il proprietario era Jepp Holland, manager dei Rationals ed era solito prendere in giro il batterista degli Iguanas per le marcate influenze beatlestiane del suo gruppo. Poiché al banco Jim combinava poco, anche a causa dello sciame di ragazze che gli ronzava sempre attorno, cominciò a farlo andare su e giù dal magazzino per recuperare 45″ soul e ogni volta che Jim riemergeva dal seminterrato era solito scherzare urlando “Allarme, Iguana”.
Jim voleva essere come loro, ma era troppo inquadrato. Avrebbe dovuto recuperare il tempo perduto a rincorrere i sogni di grandezza, cercando di rovinarsi prima possibile col rock’n’roll, valida alternativa e forse anche scorciatoia, per divenire più importante del presidente degli Stati Uniti.
La metamorfosi di Jim stava seguendo il suo corso e cominciò ad autodefinirsi “batterista professionista”. I germi del suo incontenibile ego cominciavano a manifestarsi. Lasciò gli Iguanas per entrare nei Prime Movers. Negli Iguanas era un leader, mentre unirsi ai Prime Mover aveva significato alzare l’asticella con la conseguenza che, nelle dinamiche del nuovo gruppo, era al livello più basso. Non avrebbe potuto funzionare a lungo per un tale megalomane. Inoltre la crew dei Prime Movers comprendeva una serie ragazzi svegli, menti brillanti, intellettuali con la battuta pronta e a proprio agio in qualsiasi situazione. Jim iniziò a macerare nel proprio intimo una serie di competizioni nei confronti di quegli antagonisti inconsapevoli, alla stregua di quelle dei primi anni di scuola, quando non passava giorno senza che si confrontasse con gli amici che considerava privilegiati.
Lynn Goldsmith, in seguito brillante fotografa, era una del giro dei Prime Movers. Anche Ron aveva cominciato a frequentarli e addirittura vi entrò quale bassista, per essere prontamente retrocesso a roadie generico.
Poi Jim chiamò Ron, poiché il gruppo di Scott Richardson, The Chosen Few, era alla ricerca di un chitarrista, fece l’audizione e fu preso, suonavano materiale molto influenzato dagli Stones ed anche si atteggiavano come la band di Jagger & Richards. Comunque, i membri erano tutti diplomati all’High School e i loro genitori presto li scoraggiarono dal continuare a cullare il sogno del musicista invitandoli a divenire rispettati professionisti.
Intanto Jim aveva lasciato il liceo da appena tre mesi e appariva ansioso di cancellare la sua immagine da bravo ragazzo. Il peccato originale fu, probabilmente questo. I Dum Dum Boys erano unici per predisposizione naturale, si comportavano con estrema naturalezza ed erano ammirati e invidiati. Jim si stava lentamente trasformando in Iggy, ma il suo era una metamorfosi faticosa, che costava indicibili sofferenze psichiche. Se al liceo concentrava i propri sforzi cercando di impressionare i compagni con le sue doti di eloquenza, al suo primo anno di università frequentava saltuariamente i corsi passando più tempo al caffè del college. Lynn Goldsmith conferma che Jim era popolare tra le ragazze, ma si sforzava per apparire unico. Per esempio, se ne poteva stare solitario al bar della libreria a sorseggiare un caffè, in compagnia di un buon libro, per poi mangiarsi le caccole, ma solo se si sentiva osservato, altrimenti era il tipo più tranquillo e normale del mondo.
Gradualmente, il carattere iper competitivo di Ostie lo stava portando a quegli eccessi tipici di chi abbraccia in ritardo un nuovo credo e assurge lo status ufficiale di fanatico nella vana speranza di recuperare il tempo perduto.
Jimmy lascò i Prime Movers, perché il suo ego era troppo grande per essere contenuto in quel misero gruppo e, comunque, lui aveva in mente solo i fratelli Asheton. Voleva essere i fratelli Asheton.