Gli Stooges sono dei, ma uno è più dio degli altri – Capitolo 5

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Gli Asheton erano la forza trainante della creatura Stooges, ma senza la potenza catalizzatrice e picaresca di Iggy non sarebbe successo nulla. Iggy gran animale da palco ed eccelso cantante, partito dal tentativo di imitare, senza fortuna, Mick Jagger e Jim Morrison, tanto da confidare che lo si sarebbe potuto chiamare Mick Morrison, si é ritrovato, quasi casualmente, questa nuova creatura. Il nome Pop gli fu attribuito, perché per uno dei primi concerti si era rasato completamente i sopracigli e dipinto il viso di bianco tanto da assomigliare a un tipo, un certo Jim Pop, ricoverato al manicomio, cui erano caduti tutti i capelli e qualsiasi pelo del corpo.

Tutte la mosse, gli atteggiamenti, anche quelli al limite dell’idiozia, erano degni di ammirazione, invidia e tentativi di emulazione, perché sostenuti dalla grandiosa, sinuosa, maestosa, ipnotica, marmorea, impossibile musica degli Stooges. Qualsiasi tentativo di replica, supportato dall’insulsa musica post Stooges generò spettacoli imbarazzanti e, a volte, anche patetici. Si guardino alcune esibizioni al Dave Letterman Show, oppure il vuoto di show condotti da musicisti demotivati, con Iggy concentrato a insultare un pubblico ormai indifferente all’ennesima, logora, rappresentazione di una commedia che fu certamente drammatica, ma che aveva ormai assunto i contorni della parodia.

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Negli anni ci furono infinite dispute su chi fossero gli autori dei brani degli Stooges con Iggy che affermava di aver scritto ogni singola nota. Tuttavia è chiaro che tutta la meraviglia di quel branco di geni inconsapevoli del Mid-West trasse origine dalle idee di Ron, il cui stile era caratterizzato da un intelligente minimalismo e da un veemente impatto influenzato dai violenti assalti chitarristici di Pete Townshend.

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Iggy Pop era un vampiro, uno che cercava di prendersi tutti i meriti perso nella sua ricerca del successo. In realtà aveva bisogno degli Asheton e per fare le prove era disposto a percorrere mezzo miglio sotto la neve fino alla fermata dell’autobus, sciropparsi quaranta minuti di viaggio e camminare per ulteriori dieci minuti a piedi per arrivare a casa di Ronnie e Scotty. Poi doveva stare attento, perché i ragazzi erano umorali e non si svegliavano mai prima di mezzogiorno. Doveva lanciare sassi verso la loro finestra per tirarli giù dal letto. Guai fare alzare dei tipacci dalla parte sbagliata del letto.

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Ron era un giovane talentuoso che metteva acqua dentro il frullatore, lo accendeva e faceva funzionare per quindici minuti, prima di salire sul palco, per produrre effetti distorti e fantastici. Usava assi da bucato con microfoni a contatto sui quali Iggy strusciava i piedi dopo aver calzato le sue scarpe da golf. Era stato influenzato da Harry Partch, da ascolti di tonnellate di materiale di Ravi Shankar, che girava sul suo giradischi ininterrottamente per tutta la giornata. La sua dieta musicale comprendeva le Mothers Of Invention e ammirava Frank Zappa, che riteneva un chitarrista troppo sottovalutato. Adorava tutta la musica elettronica e flippava per i monaci tibetani che suonavano quegli ottoni grandiosi, i gong e i tamburelli. I canti gregoriani. “Proviamo a mischiarli con la roba Stones e vediamo cosa ne viene fuori con la nostra imperizia e pazzia”. Quando non hai chiaro cosa suonare, non puoi essere costretto in uno stile definito.

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Scotty usava bidoni d’olio da cinquanta galloni che suonava con martelli al posto delle bacchette. Vi fischiano le orecchie Einsturzende Neubauten? Una volta prese anche l’aspirapolvere della mamma da usare sul palco, perché faceva il rumore del jet e lui, evidentemente, ha sempre amato il rumore supersonico tanto da affermare che era affascinato anche dal rumore dell’asciugacapelli usato da mamma Ann.

Il giorno del ventunesimo compleanno di Iggy gli Stooges aprirono il concerto dei Cream alla Grande. Iggy era imbottito di acidi, ma il pubblico urlava che voleva i Cream. Fu il peggior concerto della carriera di Iggy. Era distrutto. Se ne tornò a casa con Dave, la cui mamma preparò un grosso hamburger con una candelina a festeggiare il compleanno. Questo fu il primo passo verso la trasformazione di Jim, il ragazzo con le maggiori possibilità di successo, in Iggy, quello che tutti odiavano. Si sarebbe dotato di una corazza per sopportare qualsiasi cattiveria del pubblico.

Ronnie, Zander e Scotty continuavano, impavidi e puri a rifiutare qualsiasi contaminazione col business.

Danny Fields era innamorato di Iggy e quando prese in mano le redini del gruppo prima di tutto cercò di fare cambiare tutti i cognomi ai componenti chiamandoli ciascuno Stooge e poi di focalizzare tutta l’attenzione sul cantante. La megalomania e l’ego di Iggy furono presto assorbiti dall’eccentrico comportamento di Danny, con il disappunto degli altri Stooges.

Iggy adora impadronirsi delle idee altrui. Kathy Asheton e le sue amiche usavano un modo particolare di comunicazione, uno slang particolare e quando erano interessate a un ragazzo erano solite dire: “gli ho puntato un TV Eye”. Eccoti servito il titolo della canzone. Se la rivista Life scriveva delle missioni dei soldati americane in Vietnam, nome in codice “Search & Destroy”, eccone un altro. A un certo punto millanta di aver scritto la musica di 1969. Precisamente, in un suo tipico eccesso, si era sposato, solo perché non vedeva l’ora di scoparsi questa Wendy Robin Weisberg, che si professava vergine, figlia del proprietario di quindici discounts chiamati Giant Tiger. Il matrimonio, la festa, tutto, fu una farsa con i Dum Dum Boys che scommettevano che il matrimonio sarebbe durato meno delle scarpe da tennis che Iggy aveva acquistato per la cerimonia. La chiamavano ragazza patata e dopo circa un mese Iggy chiese l’annullamento del matrimonio, perché non la sopportava più e addusse come causa la sua omosessualità. Questo provocò un’inarrestabile ilarità all’interno della Funhouse con i ragazzi che fecero una cornice alle motivazioni del giudice che sanzionò la fine del matrimonio. Per tentare di capire il complesso e contorto metodo comportamentale di Iggy è opportuno soffermarsi su come lui stesso racconta lo svolgimento dei fatti, premettendo che la storia subisce variazioni ogni volta che la racconta.

Si lamenta che a lei piacesse dormire la notte, mentre lui aveva sempre dormito quando aveva sonno e precisa che gli piaceva suonare la chitarra a qualsiasi ora del giorno e della notte così, quando aveva l’ispirazione. Una notte gli venne l’ispirazione per una canzone, ma aveva sempre quella ragazza nel proprio letto. Per non disturbarla si chiuse dentro l’armadio, con chitarra e amplificatore, cercando di suonare a basso volume quello che sarebbe diventato Down On The Street, ma il pezzo veniva fuori irresistibile e non poteva certamente essere mortificato all’interno di uno spazio tanto angusto. Allora Iggy sbalzò fuori dall’armadio, chitarra al collo e amplificatore a palla, simile a un super eroe. Quindi le chiese di andarsene.

Se era un chitarrista talmente creativo, il vero autore di tutti i riff, insomma, stiamo parlando di Down On The Street, come mai, a detta di Esther Friedmann, la donna più importante della sua vita, quella che l’ha sopportato per il numero maggiore di anni, quando abitavano a Berlino Iggy acquistò una Statocaster con la quale, senza neppure togliergli il bigliettino del prezzo, cominciò a esercitarsi per imparare a suonarla su “Some Girls”?

La storia non mente, tutto quello che Ron ha fatto con Destroy All Monsters, New Race, New Order è avanguardia chitarristica, sono suoni personalissimi di stile ottuso raw power che ha marchiato l’epopea Stooges.

1969 composta di due solo note fu presa in prestito dai Byrds in un caldo pomeriggio, mentre Ron aveva preso un acido con la sua ragazza. Qualsiasi altro musicista avrebbe sviluppato ed abbellito quegli accordi così essenziali, ma il genio di Ron fu di esasperarne la primitiva bellezza, lasciandola disadorna.

I Wanna Be Your Dog è un riff suonato da Ron nella sua camera della Funhouse.

Ron ha creato tutti i riff, tutte le idee sono sue e di Zander. Il riff di Dirt è tutto di Dave. Poi Ron e Iggy, vero, lavoravano sulla struttura delle intuizioni originare per ricondurre il tutto al formato canzone.

L.A. Blues è la jam psichedelica, tributo di Ron a John Coltrane. Era completamente impazzito per Coltrane e Pharoah Sanders e questa canzone è stato il suo omaggio al loro genio. La versione su vinile è stata strutturata da Gallucci, ma quando la eseguivano dal vivo era una totale perdita di controllo con le dita di Ron che sanguinavano sulle corde e sulla chitarra con, addirittura, a volte, la perdita del pick.

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Ronnie si era iscritto alla scuola di Brian Jones, per iniziare e sembrare glamour, ma ben presto aveva evoluto il proprio stile in qualcosa che gli permetteva di estrapolare le proprie frustrazioni e muovere il corpo. Era una specie di aerobica cosmica con pezzi di legno e di metallo, sorretta da montagne di amplificatori Marshall, assoggettati al suo volere e pronti a fare qualsiasi cosa lui gli ordinasse per ottenere quel suono maestoso.

A un certo punto Ron e Iggy andarono A New York per i dettagli del primo album e Iggy ebbe la grande idea di assumere l’STP senza considerare che produce un trip di tre giorni. Ron dovette accudirlo tutto il tempo con Iggy che ripeteva: “Cazzo, amico, riesco a vedere attraverso i grattacieli”. Iggy non dormì per tre giorni e Ron fu costretto a legarli una corda alla vita per portarlo in giro per la città e quando era stanco, si legava la corda al polso e provava a dormire. Hai capito I Wanna Be Your Dog? Altro che feticismo alla Venus in Furs.

Quando entrarono in studio per il primo album avevano pronte solo 1969, No Fun, I Wanna Be You Dog ed Ann. Composero tutte le altre in albergo. We Will Fall tutta opera di Zander e le altre musiche della penna di Ron. Poi Iggy dirà di aver fatto tutto lui, anche la produzione e che il lavoro di John Cale fu marginale in un tipico atteggiamento edipico inteso a dimostrare che era superiore ai suoi mentori.

Allora non si spiegano tutte le opere trascurabili che ha pubblicato da “New Values” in poi. Addirittura per produrre “New Values” si richiamò James Williamson, che dopo aver lasciato gli Stooges, aveva fatto il proiezionista per film porno a Hollywood, per poi intraprendere una brillante carriera da fonico e quindi produttore. Secondo James il materiale era talmente scadente che fu un lavoraccio riuscire a tirare fuori qualcosa di appena presentabile. Per “Soldier” ancora peggio. Nello studio del Galles sembrava non poterne uscire, nonostante la banda di musicisti new wave assembrata per l’occasione e comprendente, tra gli altri, Glen Matlock, Steve New e Barry Andrews. Le session furono disastrose e confusionarie con i Simple Minds, che registravano nello studio attiguo, che quando potevano s’intrufolavano, David Bowie, versione Primula Rossa, che era arrivato per dare una mano al vecchio amico e Williamson che si aggirava per lo studio con in mano una bottiglia di vodka e nell’altra una pistola (che in seguito affermerà essere stata giocattolo) terrorizzando i musicisti. Ma non c’era possibilità di salvare la situazione e Iggy, offeso, lo licenziò. Il materiale era troppo scadente e non si comprende come sia possibile che Iggy che millanta di aver scritto, prodotto e magari scattato le foto, curato l’ufficio stampa e guidato il camioncino per andare in tour, tutto quanto pubblicato con gli Stooges, non sia mai riuscito a scrivere una nota, un riff, all’altezza del passato.

Gli Stooges avevano realizzato un capolavoro assoluto con il primo disco omonimo. Erano consapevoli della propria grandezza e frustrati dal mancato riconoscimento del loro genio. Soprattutto Iggy, il ragazzo con l’ego smisurato. Ron era contento dell’album, solo non molto soddisfatto del modo in cui John Cale aveva ripulito il suono della sua chitarra e del basso. Aveva usato una chitarra Flying V per tutte le canzoni eccetto Real Cool Time, ma nonostante ciò il missaggio finale ha ridimensionato di molto la ruvidità del suono Stooges. Comunque, considerato tutto, riteneva, a ragione, l’album un grande disco.

Con Funhouse, a parere di chi scrive, hanno semplicemente registrato il disco migliore della storia della musica.

Una rivoluzione musicale che si giovò del contributo di Dave come dimostra il suo riff circolare per la canzone che sarebbe diventata Dirt.

Dopo essersi attribuito per anni i meriti, Iggy confesserà che tutte le musiche, armonie e melodie sono state composte in base a variazioni di temi di Ron, che, considerata la sua megalomania, il suo vivere fuori dal mondo, equivale ad ammettere che fu scritto tutto dallo straordinario chitarrista.

Probabilmente l’infanzia nella roulotte, i compagni di famiglie super agiate delle scuole elementari, sta di fatto che il giovane Jimmy non ha mai superato il trauma e si è lanciato verso una sconsiderata corsa al successo, disposto a calpestare chiunque pur di surrogare il sogno infantile di divenire il prossimo presidente degli Stati Uniti. Sarebbe stato eletto dal popolo del rock e la sua campagna elettorale si sarebbe basata sull’auto attribuzione di tutti i meriti. Gli altri Stooges erano fighi nati e lo lasciavano stare, divertiti dai comportamenti bizzarri sul palco e, da puristi quali erano, badavano al suono e non al business. Era come un bambino, ma molto intelligente e sapeva che non avrebbe potuto competere a livello creativo con Ron e allora eccolo auto infliggersi ferite e trattare il corpo come fosse un pezzo di gomma. Avrebbe potuto continuare a essere il front man di una fantastica formazione, ma no, non lui. Non poteva rischiare di essere messo in ombra da nessuno, perché i suoi amici erano Shaun Cassidy, Michael De Bares ed Elton John che, con su un costume da gorilla, lo aveva acchiappato da dietro sul palco e lui, drogato all’ultimo stadio, si era voltato e aveva veramente pensato che si trattasse di un gorilla, salvo poi scoprire che dietro la maschera c’era il buon vecchio Reginald, il burlone.

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Ronnie godeva di enorme credito presso i colleghi. Jimi Hendrix ascoltava gli Stooges cercando di carpire i segreti di quell’incredibile chitarrista e lo andava pure a trovare al Max’s per scoprire come ottenere quel suono fantastico. Miles Davis, nell’esclusiva stanza posteriore dello stesso locale, tirava Jimi Plays Stoogescon il suo nuovo amico e Ronnie ha continuato per anni a esclamare, con puerile meraviglia: “Non ci posso credere… il mio naso e quello di Miles nello stesso mucchio di cocaina”. La rivoluzione di Funhouse, in formazione allargata con l’altro commesso part-time del Discount, Steve McKay, stava lanciando gli Stooges nell’Empireo musicale e Ron guidava l’astronave.

Schoolboy Johnny Duhamel

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