Five questions to Ivano Mingotti (scrittore e autore letterario, presidente dell’associazione culturale LiberoLibro)

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Meeting People Is Easy: Five questions to Ivano Mingotti (scrittore e autore letterario, presidente dell’associazione culturale LiberoLibro).

December 22, 2015

Abbiamo fatto cinque domande a Ivano Mingotti. Classe ’88, nato e residente a Desio (MB), nonostante la giovane età, Ivano è prossimo alla pubblicazione del suo nuovo romanzo e vanta già una lunga esperienza in campo letterario e editoriale. Presidente dell’associazione culturale LiberoLibro, tra le altre cose cura la collana di libri sperimentali ‘Nuove Luci’ per Amande Edizioni e conduce la tramissione Book Express su Radio Lol. In questa breve intervista, ma piena di spunti interessanti, ci parla del suo prossimo romanzo, ‘Minoica’, in uscita a gennaio 2016 per la casa editrice NullaDie e in generale della sua attività come scrittore. Non di minore interesse sono tuttavia tutti i suoi riferimenti a quelle attività che potremmo definire ‘collaterali’ e in particolare per quello che riguarda il suo lavoro e la attività di promoting che costituisce, è evidente, una fase molto importante e impegnativa del suo lavoro. Grazie ancora per la disponibilità Ivano e in bocca al lupo per il tuo lavoro.

1. Ciao Ivano. Grazie per aver accettato di rispondere a queste domande e per la tua cortesia. Cominciamo da ‘Minoica’, il tuo ultimo romano in uscita a gennaio 2016 e che sarà pubblicato su e. Nulla Die. Non l’ho ancora letto, ma ho dato un’occhiata alle prime pagine. Come si intuisce anche dal titolo, il romanzo riprende la storia di Arianna, la figlia di Minosse, il re di Creta, e di Pasifae e quindi ripropone il mito di Arianna e Teseo che poi sarebbe uno dei ‘classici’ del patrimonio interminabile della mitologia greca. Che cosa ci dobbiamo aspettare dalla lettura di questo romanzo? Quali nuovi elementi introduci rispetto a questo mito, e soprattutto, perché hai scelto di riproporre questo tema in particolare? La mitologia greca costituisce un tuo interesse specifico o diciamo che questo è stato solo un ‘episodio’?

Prima di tutto vi ringrazio per avermi ospitato sulle vostre pagine. Comunque, andiamo per gradi, punto per punto: dalla lettura di questo romanzo vi potete aspettare SIA, ad un primo livello, esplicito, un romanzo godibile e scorrevole, incentrato sull’amore ‘complicato’ tra i due Arianna e Teseo mitologici, SIA, ad un secondo livello, implicito, una divagazione sui temi fondanti della nostra società occidentale, di cui, sappiamo bene, i miti sono impregnati. Rispetto al mito classico ho cercato di tendere verso una ‘demitizzazione’ del tutto, rapportando la storia, il più possibile, ai fatti storici e alla realtà fattiva: tutto si può riassumere con un Re che ostacola l’amore nutrito dalla propria figlia verso uno schiavo nemico del proprio popolo. Anche la figura del Minotauro, di Fedra e di Pasifae sono molto più ‘umanizzate’, rispetto al mito classico, che ovviamente giocava invece sul racconto, sul fantastico e sul simbolico. Il tema del Minotauro, appunto, è ricco di una simbologia pazzesca: ci troviamo non solo il mito del Potere, ma anche la Perversione, l’Amore Proibito, il Dogma, il Peccato, e tanti altri simboli ancora. Proprio per questa presenza simbolica ed insieme fantastica i miti mi hanno sempre affascinato, e nel particolare, certamente, ancor più quello del Minotauro.

2. La seconda è una domanda che, nei limiti delle mie competenze, definirei ‘tecnica’. Intanto tu sei giovanissimo (classe ’88), ma hai già pubblicato un sacco e con ‘Minoica’ sei praticamente arrivato al tuo nono romanzo! Complimenti. La domanda è se scrivere per te a questo punto costituisca anche una specie di esercizio. Cioè se tra tutti i tuoi lavori c’è un qualche filo connettore anche per quello che riguarda la tua crescita come autore. Sia per quanto riguarda lo stile che le storie che racconti. In ‘Minoica’ la narrazione è affidata ad Arianna, che racconta i fatti in prima persona. Come mai hai fatto questa scelta?

Certamente è un fattore anche stilistico, di evoluzione dell’arte della scrittura, se così possiamo chiamarlo. Ad ogni modo, il legame tra i miei romanzi è sempre lo stesso: rendere reale l’irreale; credo che Minoica rappresenti un passo avanti in questa direzione. Ho scelto Arianna come punto di vista per un semplice motivo: era il punto privilegiato con cui poter elaborare l’intera storia, dall’inizio alla fine del mito.

3. Come e dove possiamo trovare il tuo romanzo? Ma puoi i tuoi lavori precedenti. Oltre scrivere tu sei impegnato in altre attività in campo letterario e hai un buon bagaglio di esperienza in campo editoriale. Ci dici qualche cosa su queste tue attività diciamo ‘collaterali’?

Potete trovare il mio romanzo ovviamente in libreria, e ovviamente anche negli store online (Ibs, LibreriaUniversitaria, Amazon), a partire però solo da febbraio 2016. Potete acquistarlo invece immediatamente, in anteprima, attraverso il sito dell’editore, NullaDie. Per quanto riguarda invece le attività ‘collaterali’, posso dirvi che gestisco un’associazione Culturale che si occupa di aiutare gli autori attraverso due progetti distinti: il Progetto Sogno nel Cassetto – dedicato agli autori inediti, che presentano a noi un inedito che poi noi, a nostra volta, presenteremo alle case editrici di nostra fiducia: finora, abbiamo fatto pubblicare tutti gli inediti scelti e presentati – e il Progetto Banca Dati – una raccolta di contatti, tra radio, giornalisti, librerie, enti dove fare presentazioni, blog, vlog etc. condivisi tra gli autori che fanno parte del progetto, che a loro volta, entrando nella Banca Dati, devono lasciarvi una parte dei propri contatti a beneficio di tutti. Gestisco inoltre una collana editoriale, la Nuove Luci, che si occupa di pubblicare testi sperimentali di autori emergenti – e, tra l’altro, colgo l’occasione per dire che, se siete interessati, potete inviare benissimo una mail al sottoscritto col vostro inedito. Conduco inoltre una trasmissione radiofonica in cui intervisto autori emergenti, e mi occupo di traduzioni editoriali in collaborazione con diversi editori.

4. Hai mai letto, ‘Niente trucchi da quattro soldi – Consigli per scrivere onestamente’ di Raymond Carver? C’è un passaggio in particolare in cui sostiene che a un certo punto si debba necessariamente decidere se scrivere e diventare quindi degli scrittori oppure continuare a essere dei lettori tout-court. Questo va inteso nel senso che secondo lui scrivere sarebbe impegnativo e richiederebbe così tanto tempo che allora pretendere contemporaneamente anche di leggere tutto sarebbe impossibile. Ora, a parte che leggere tutto secondo me è comunque impossibile, anche relativizzando questo concetto, non sono d’accordo con il suo punto di vista, che secondo me costituisce una forzatura. Al contrario considero che leggere altri autori sia fondamentale per chi voglia scrivere. Dall’altra parte c’è chi invece sostiene che se non si frequentano circoli, associazioni letterarie et simila, allora non si potrà mai essere considerati veramente degli scrittori. Di più, è come se senza essere in qualche modo ‘social’ non si possa proprio scrivere. Ecco. Tu dove ti collochi tra questi due estremi e a parte questo, ci sono delle letture recenti che in questo momento e in questo ultimo periodo ti hanno in qualche modo ispirato? O comunque dato una qualche spinta positiva anche nella tua attività di scrittore. Puoi raccontarci anche di esperienze diverse dalla lettura in particolare, se ti va.

Mi colloco obbligatoriamente nel secondo gruppo: gestendo un’associazione letteraria, una collana editoriale, una radio che parla di autori e parlando costantemente con diversi editori, beh, non ho scelta. Per quanto riguarda le spinte come autore, devo dire che derivano tutte dalle recensioni dei miei lettori, o comunque dal rapporto che ormai si è instaurato tra me e loro, quotidiano e continuativo.

5. Ci dici qualche cosa su che cosa significhi per te essere uno scrittore e proprio sul modo in cui lavori. Scrivi ogni giorno? Ho frequentato dei corsi di scrittura creativa, seppure saltuariamente dato che non riesco a essere costantae in nessuna delle cose che faccio, e una delle cose che più mi ha colpito è stata appunto una frase, cioè che bisogna allenarsi a scrivere, come ci si allena a correre per fare una maratona. Secondo me questa cosa è vera, anche se va in evidente controtendenza con chi vuole che la scrittura sia qualche cosa di subitaneo, come se si venisse folgorati da una specie di illuminazione improvvisa come un alberto spaccato in due dalla forza distruttrice di un fulmine. Che dire? Come nascono i tuoi libri? Per esempio puoi dirci del processo che ti ha portato a scrivere questo tuo ultimo romanzo.

Posso dire che una volta scrivevo ogni giorno, ora non più. Dipende dagli impegni e dalla voglia, nonché dalle idee (più concrete sono, meglio è). Mi occupo molto di più di promozione, per esempio, a dirla tutta: firmacopie, ricerca di contatti online, presenza in studi televisivi o radiofonici. Credo comunque che, sì, l’esercizio sia fondamentale, come in tutte le cose. A questo punto, ad ogni modo, posso dire che il pprocesso della scrittura dei miei libri è sempre lo stesso: sentito obbligo di dover scrivere per i propri lettori, sforzo nella ricerca di un’idea, prima idea fallace, seconda idea, seconda idea fallace, terza idea, schematizzazione, scrittura, conclusione, revisione.

@sotomayor

Pubblicato da Emiliano D'Aniello

'Who killed Jesus? It wasn’t the Pharisees, or the crowd. Who was it?'

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