Devo ammetterlo Elvis. Sono stato un peccatore, ma vittima delle circostanze. Posso snocciolare tutto il paradigma di scuse di John Belushi…. E solo per iniziare.
Sono stato allevato a suon di punk, dub e new wave, tanto che a undici anni credevo che Dr. Alimantado fosse un vero dottore, avevo incorniciata, nella mia cameretta, la copertina di “The Decline Of The Western Civilisation” e credevo che Albert Ayler suonasse nel Pop Group.
Quando poi mi tenevano i nonni paterni, per non farmi crescere troppo inglese, mi sottoponevano al trattamento tipo Alex di “Arancia Meccanica”, con massicce dosi forzate di Classica e Lirica… E magari fosse stato solo il Grande Ludovic.
Insomma, per farla breve, giacché il rock è sostanzialmente ribellione nei confronti dei genitori, il mio primo album acquistato da solo è stata una bella copia pesante di “Hunky Dory”.
Un ambiente avvincente, ma che non ammetteva, già dal 1977, né Beatles, né Elvis! Che cosa potevo fare? Ti ho sempre rinnegato. Anzi, proprio mai considerato. In seguito, che ne so? Forse avrò letto troppo Sartre, ma ho avuto l’illuminazione.
Sei enorme. Sei il numero uno, sei Elvis Aaron Presley!
Sei nato a Tupelo e l’uomo col vocione (come lo chiama Iggy Pop) ci ha scritto anche una canzone. Tuo fratello gemello, Jesse Garon, è morto sul nascere, ma per te è stata una presenza costante, sempre al tuo fianco, e dicevi che lui si, avrebbe avuto talento davendere.
Eri talmente povero che i tuoi genitori l’hanno seppellito in una scatola di scarpe. Sei andato al prom con la tua ragazza del liceo e hai fatto da tappezzeria. Quando ti ha chiesto di ballare, le hai risposto che non ti piaceva e non ti trovavi a tuo agio. Allora siete usciti e l’hai portata in un locale per fratelli, e lì si che ballavano, e vi hanno fatto entrare e di certo tu ti sarai distinto.
Eri sprecato come camionista e bazzicavi gli studi che sarebbero diventati i leggendari “Sun”ed eri popolare fra i musicisti ai quali distribuivi le pillole dimagranti alla benzedrina che rubavi alla mamma. Poi tutti sanno la storia del pezzo che le hai inciso per il suo compleanno ed il cui l’acetato è rimasto a casa di un amico la cui pronipote lo ha appena venduto, per una cifra da capogiro, a Jack White che lo pubblicherà in occasione del prossimo RSD. E hai fatto il botto mica da ridere.
Hai cambiato il mondo e fatto diventare tutti matti più dei Sex Pistols e chi non ti aveva visto pensava fossi un fratello, a causa della tua voce, ma quando ti sei rivelato sono tutti morti, perché eri il più bello e sensuale della storia della musica tutta. Una voce fantastica che forse, poteva concorrere solo son Frank Sinatra (che per inciso ti ha sconfitto solo a livello di figlie, perché la Nancy non la batte nessuna a livello di figlie di artisti). Inimitabile ed insuperato animale da palco, simpatico, arguto e sarcastico, movenze sensuali ed armoniose.
Tua mamma ha conservato un rapporto edipico fino ad allontanare le ragazze che impazzivano nell’attesa fuori dai camerini. E quando sei partito per il servizio militare, in Germania, c’erano le staffette di ragazze che urlavano lungo la ferrovia, e tu sei andato dall’altro capo del mondo. E hai deliziato i commilitoni. Ma quando, dopo tre settimane, terminato l’addestramento di base, ti è stato concesso telefonare negli US, hai chiamato mamma, e siete stati al telefono, tre ore e mezza, senza proferir parola, a piangere… Per tre ore e mezza.
Sei enorme, hai fatto solo due concerti in Canada. Due volte fuori dagli US. L’unico artista che si esibiva fisso a Las Vegas, Hawaii e comunque solo US, perché era il pubblico che veniva in tour da te… Anzi, veri pellegrinaggi, con, nell’ultima fase, asciugamani sudati simili a sindomi. Si mormora perché quell’olandese del colonnello Parker aveva ucciso un uomo in Europa e fosse uscito dagli States, sarebbe stato messo al gabbio, ma per me era solo una spettacolare consapevolezza.
Sei stato generosissimo hai regalato una trentina di Cadillacs, hai svuotato le piscine di Graceland per costruire ripari per i tuoi amati animali, adoravi i panini banana & burro di arachidi e ti perdono anche non aver fatto vincere Ann Margret nel finale di “Viva Las Vegas”. Andiamo… Partecipate alla gara finale, lei arriva bella come Cleopatra, fa un pezzo incredibile che nessuno può battere, ma manca la tua esibizione.
E neppure tu puoi farcela, perché lei mozza il fiato, è spaventosamente bella e brava. E tu che fai? Sei spietato e canti, e soprattutto balli, la canzone “Viva Las Vegas” e tutti i cinema in cui la pellicola è proiettata crollano. Poi ti sei sposato con Priscilla, che era la tua versione al femminile, ma hai sempre rimpianto Ann ed ad ogni suo compleanno le inviavi una composizione floreale a forma di enorme chitarra.
Millantavi essere grande praticante di karate ed eri esilarante col kimono, subito cintura nera, fin dal primo giorno, senza conoscere neppure un kata, perché il Re nasce già imparato, con il kimono indossato sopra quella tua incredibile camicia col colletto alto minimo 30 centimetri, che sembra un pezzo di cartone.
Erano già i tempi dei Beatles che insistono per incontrarti e tu nemmeno sai i loro nomi e quando arrivano in pellegrinaggio a Graceland, li chiami tutti Beatle. Ehi tu Beatle, non toccare il pianoforte… Tu Beatle, laggiù, non indossare il mio kimono. E quando vai da Richard “Dick Tricky” Nixon sei accolto come un capo di stato ed allora chiedi al Tricky un bel distintivo della Narcotici, perché pensi che in quel modo puoi portare tutta la droga e le armi che vuoi attraverso gli aeroporti del Paese. E dici al presidente: “Dicky devi capire. Io sono anti Beatles, anti comunista, sono un vero americano, devo averne uno”. Ma poi comprendi che non ti serve e lo riponi nel cassettone dove tenevi tutti gli altri della tua infinita collezione. E poi lo chiamavi sempre stressandolo perché volevi diventare un agente della C.I.A. Ma te l’immagini Elvis sotto copertura? E che avresti detto? Che eri un imitatore? Un sosia? Che quando Charlie Chaplin partecipò ad una gara di sosia di Charlie Chaplin si classificò al terzo posto?
Hai avuto talmente tante donne, e tante ne hai rifiutate, che hai mortificato tutto il genere maschile morendo nel bagno mentre ti stavi trastullando con un giornaletto di adolescenti giapponesi in abiti succinti, ultima risata di una vita esagerata. Ma proprio non capisco una cosa. Ma perché, caro Elvis, ti facevi preparare la bistecca quasi carbonizzata e chiedevi a Priscilla che te la tagliasse a pezzettini?
Comunque, qualsiasi cosa si ascolti nella musica, Tu l’hai fatta prima e sopratutto l’hai fatta meglio.
Elvis has left the building!