Early Mammal – Take A Lover (Riot Season Records, 30/10/2015)

Early Mammal - Take A Lover (2015) @320

I signori delle menti rovinate del domani sono tornati. Espansione cosmica sul’orlo della perdita di coscienza. Band formidabile formata nel 2012, che ha realizzato due album nel corso del 2013: ‘Horror at Pleasure’ (Devouter) e ‘My Fire’ (Convoy Records). Early Mammal sono un super cosmic power combo i cui assi sono Rob Herian, chitarra, drone box e voce, Dan Davis, batteria, Ben Tat al basso e chitarra baritono e Deniz Belendir, organo e synth.

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Early Mammal sono creatura crudele, di forma libera, che rincorre comete perse in dolcezze inaspettate, fuzzy sabbathiano, che sfocia nei mari di luna, grumi di sabbia marziana che raschiano la gola, raw power riffs ossessivamente ottusi, sporchi e malati.

“Glad Is Night” è sfregiato di chitarre in minore con voce simil-rantolo di dolori affogati in angoli di bottiglie quadrate. Psych pesante di passi lentamente inesorabili, territori space rock, demoni tirati per la coda, distorsioni concentriche di acquarelli riverberati, ritmi di consapevolezza esasperata, vortici di pensieri inesorabili, immersi senza pietà nel cuore di incomunicabile passione. Rifiuti trascinati dal vento.

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L’iniziale strumentale “The Great German” è una formidabile jam session acidamente tossica, con chitarre ossessive, space shuttle alimentato a note di Ray Manzarek, in distorsione temporale simil-sixties.

E’ un disco di voci discretamente mormorate, che si rincorrono impenitenti, sporadicamente sommerse da allungamenti riverberati e trance ipnotica.

Lo stoner evoluto di “Inside” è incanto di luci lontane, con voce sommersa da tonnellate di fuzz box e rimandi drones di brillantezza in dissolvenza, che assaltano gli speakers ossidando l’aria surriscaldata dall’intensità del controllo della lentezza. Note trattenute, accennate, mostrate in lontananza, che si librano su una santa violenza che si dipana su rozzi cuori di vetro.

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“Morning” è vendetta dolce sulle tonnellate heavy-psych di pesantezza sabbathica mentre “Magic, Art and Bells” è un frammento congelato di spoken word esoterico, sparato nell’iper Uranio: “a sound magician is a mighty god” .

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La traccia finale “The Good / GG Return and Out” vede nuovamente effetti di cruento fuzz virati sul livello segreto di 11. Una nuova magnifica raffica di suoni di chitarra evoluta che ricorda esperienze dei ’70 più che gli scontati ’60. Pesantezza contaminata da carità dolente di inspiegabile consunzione. Senso di colpa sommersa da tonnellate di echo e riverberi.

Early Mammal, a star is born.

Francesco Belli aka Schoolboy Johnny Duhamel

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