
Che bravo Dan Friel. Il suo ultimo disco, ‘Life’, è un ennesimo strumentale uscito su etichetta Thrill Jockey Records e un altro piccolo gioiello nel panorama delle pubblicazioni dell’etichetta.
Il disco è un mix di sonorità di vario genere e qualche cosa che si potrebbe definire imprevedibile e allo stesso tempo anche stravagante. Mixato da Jonathan Schenke (Parquet Courts, Liturgy) le canzoni sono state scritte e registrate da Friel nel suo studio casalingo a Brooklyn adoperando una strumentazione limitata (tra cui la sua inseparabile Yamaha Portasound, praticamente un giocattolo!) per quella che è la varietà dei suoni proposti. Ciononostante infatti Dan riesce a alternare sapientemente momenti più violenti, praticamente industrial lo-fi (‘Lungs’, ‘Sleep Deprivation’) a altri brani che andrebbero benissimo come colonna sonora di qualche videogioco come ‘Jamie (Luvver)’, ‘Life (Pt. 1)’ e ‘Life (Pt. 2)’. Altri sono piccoli sketches che fanno da intermezzo e che sarebbero poi una specie di ninna-nanna elettronica (‘Lullaby (For Wolf)’ e ‘Theme’), mentre i pezzi migliori sono probabilmente l’accoppiata ‘Cirrus’ + ‘Rattler’ (da cui è stato tratto un video), due pezzi noise sparati a una velocità supersonica e allo stesso tempo pop ma senza scadere nel solito shoegaze facile oppure dreampop che oggi sembrerebbe andare per la maggiore.
In bilico tra ‘bottoni’ e musica (non solo) elettronica colta oppure intelligente, quella lì che si propone di manifestare una qualche protesta sociale e/o rivoluzione culturale facendo quello che genericamente potremmo definire ‘rumore’, tra indie-rock e musica lo-fi da cameretta, Dan probabilmente se ne infischia delle catalogazioni di genere e fa semplicemente quello che gli pare e per quanto mi riguarda qualunque cosa abbia in mente, questa gli riesce benissimo.