
January 20, 2016
Considero Fausto Rossi uno dei maggiori scrittori di canzoni di musica rock (e non solo) del nostro paese. Figura controversa e schiva, secondo molti avrebbe un carattere difficile, la sua carriera discografica è contrassegnata sin dai suoi esordi (il primo disco, ‘Suicidio’, è uscito nel 1978) da dischi che costituiscono dei piccoli capolavori e che oggi sono probabilmente per lo più destinati a quelli che si potrebbero definire degli appassionati. I miei preferiti? Senza dubbio, ‘Exit’ del 1997 e ‘Below the Line’ del 2010, un disco difficile e ai limiti di ogni tentativo sperimentale e di ricerca. Per questo capitolo di Meeting People Is Easy, mi sono avvalso della collaborazione di Davide ‘Isidax’ Melis, che considero il massimo conoscitore della musica e della carriera discografica di questo artista (qui il link al suo blog dedicato: http://faustapostrofoo.blogspot.it/) e cui ho chiesto di rispondere ad alcune domande per cercare di mettere in piedi quella che si potrebbe infine definire una breve monografia non convenzionale dell’artista. Grazie ancora per la cortese collaborazione Dax. Buona lettura.
Come hai conosciuto la musica di Fausto?
Una volta esistevano le radio libere. Nell’estate 1979 brani come ‘Oh!Oh!Oh!’ erano abbastanza frequenti così come le non radiofoniche ‘Kleenex’ e ‘Funerale a Praga’. Poi nell’inverno 1980/81 varie radio avevano come disco di lancio ‘Buon Anno’ o ‘Hotel Plaza’.
Ti sembrerà incredibile ma agli albori di RadioItalia potevi imbatterti in ‘Hotel Plaza’ o in ‘Non Mi Pettino Mai’…
Quale pensi sia il riscontro di popolarità e la diffusione della sua musica oggi rispetto a quegli anni?
Credo che allora fosse più conosciuto. Dopotutto le imposizioni discografiche lo obbligarono ad esibirsi in ogni contenitore musicale televisivo e non. Ora è noto solo agli appassionati di musica, un manipolo di estimatori irriducibile, e qualche addetto ai lavori come Radius, Finardi, Garbo (con cui anni fa ebbe uno scazzo grandissimo sul web), la Maionchi. Penso che il fatto che Faust’o, dopo l’ottimo album del 1982, non abbia più voluto proseguire la carriera di cantante pop sia un suo cruccio. Dopotutto lei fece di tutto per portare Faust’O in Ricordi.
Secondo te è un ‘dimenticato’ oppure da questo punto di vista il web oggi gli ha dato qualche opportunità di essere maggiormente ‘riconosciuto’ da parte degli appassionati?
Sicuramente è un “dimenticato” ma dopotutto lui vuole essere “dimenticato”, come cantava anni fa: “Vorrei svanire e poi tornare e poi svanire…”
Ci spieghi il passaggio da Faust’O a Fausto Rossi?
Lo pseudonimo non gli è mai piaciuto. Così come le imposizioni discografiche. Nel suo brano ‘Cinque Strade’ (1982) diceva: “Questa voce su un disco che gira non è neanche mia.” Nel 1997 in ‘Ora Che Ho visto’: “Scritto canzoni, perso il mio nome, gli occhi la bocca, la mia vera voce “
Il cambiamento è stato in qualche modo legato a una svolta nel modo di fare musica e di scrivere canzoni, corrisponde quindi a una crescita artistica e/o interiore, oppure è stata semplicemente una scelta stilistica?
Considerava ridicolo continuare a proporsi ancora come Faust’o. Come per dire “Sono grande ora, non mi nascondo più”.
Mi pare di avertene già parlato in privato. ‘Below the Line’ è uno dei miei più grandi rimpianti come ascoltatore, perché secondo me le canzoni di questo disco sono (sarebbero) bellissime. Solo che il disco è oggettivamente imprevedibile, sicuramente difficile e sotto certi aspetti inascoltabile: tutte le canzoni sono coperte da un feedback che sovrasta tutto il resto del contenuto. Quale sono stati i motivi di questa scelta?
Ogni giorno siamo sommersi dal rumore, la musica ormai fa solo da sottofondo nessuno la ascolta realmente. Questo lavoro, il migliore della trilogia interbeat, ti obbliga ad ascoltare, è qua la vera sfida, infilarsi le cuffie e cercare di carpire le canzoni. Ed è qua che Fausto vince la sfida con Metal Machine Music. Un vero appassionato appena si accorge che sotto ci sono delle canzoni si concentra e cerca di sentirle e potrà sentirle solo se davvero aprirà il proprio io.
Pensi che riusciremo mai, prima o poi, ad ascoltare queste tracce in una versione più pulita?
Ha sempre detto “Riproporle sarebbe come sconfessare Below The Line”. Qualcuno l’ha convinto a metterne una pulita su youtube, ‘Red Light’ per la precisione.
Mi dai un tuo giudizio complessivo sui tre ultimi dischi rilasciati da Fausto (‘Becoming Visible’, ‘Below the Line’, ‘Blank Times’) da appassionato e profondo conoscitore e estimatore della sua musica. C’è una qualche connessione tra questi tre lavori, ci vedi la persecuzione di uno stesso concept?
A parte Below The Line che ha dalla sua almeno un tentativo di ricerca, gli altri due li considero i punti più bassi della carriera.
Becoming Visible è un lavoro scarno ed è stato volutamente fatto così. Sentiva il bisogno di sganciarsi nettamente dall’ingombrante Exit. Anche perché in troppi gli chiedevano un Exit2.
C’è oggi qualcuno in Italia che ti ricorda Fausto Rossi? C’è un suo erede?
Né oggi né ieri. Un erede? Magari nessuno è abbastanza incazzato e lucido per potersi avvicinare a lui. Troppa pancia piena troppo poco voglia di sbattersi, informarsi, leggere ed ascoltare milioni di dischi sconosciuti ai più.
Ritieni che abbia già in qualche modo lasciato una qualche lezione alle generazione di musicisti che si sono formate dopo il suo esordio e poi con il passare degli anni. Oltre che ai suoi ascoltatori, ovviamente. Facciamo così, mi dai tre titoli di dischi di musica italiana più o meno recenti in cui riscontri quello che si potrebbe considerare come il suo ‘lascito’.
Grignani con il suo ‘La Fabbrica Di Plastica’. Dopotutto si avvaleva dei consigli di Franco Cristaldi, bassista e collaboratore storico di Fausto. Peccato che Grignani non abbia né la penna di Fausto né il carisma autodistruttivo.
A loro modo anche i Massivo Volume degli esordi, tralasciamo il loro secondo lavoro dove Fausto e Cristaldi ci misero pesantemente le mani, per poi lasciare il lavoro a metà, infatti poi l’addetto al missaggio definitivo non ci capì nulla.
‘Nostra Signora della Dinamite’ di Giorgio Canali, dove ho ritrovato un po’ del cinismo di Exit.
Ma che cosa fa Fausto oggi? Ci dobbiamo aspettare qualche novità? Un nuovo disco, qualche data dal vivo, una qualche collaborazione con altri artisti.
So che si dovrebbe esibire con dei reading e forse alcune canzoni in queste date: il 6 Febbraio al CSC – San Vito di Leguzzano, Vicenza e il 9 Aprile c/o Arci Il Progresso, Firenze.