
Quanto mi piace questa band, ragazzi. Francamente non riesco ancora a capire come mai i Black Market Karma non abbiano sfondato e continuino a costituire una realtà sotterranea e conosciuta solo in determinati ambienti e presso una ristretta cerchia di appassionati di musica psichedelica.
‘Sixth Time Around’ è il sesto LP in studio della band di Londra e viene pubblicato dall’etichetta Flower Power Records ed al momento è scaricabile integralmente e gratuitamente direttamente dal sito dell’etichetta così come i dischi precedenti. Per chi scrive, non so se l’offerta abbia una qualche scadenza oppure no, ma vale la pena affrettarsi e tirarli giù tutti. Meglio che qualsiasi sogno proibito da Black Friday pre-natalizio.
La band del resto propone sonorità che possono piacere sia a chi ricerca qualche cosa di più complicato, sia a chi invece preferisce muoversi su un terreno sicuro e lungo frontiere musicali più tipicamente easy-listening. I rimandi comunque vanno a partire dai Velvet Underground fino ai Brian Jonestown Massacre passando per tutta quella che vuole essere una riproposizione e una vera celebrazione di una certa psichedelia sixties tipicamente britannica. Parlando del disco precedente (‘Upside Out, Inside Down’), avevo scritto dei Black Market Karma che, ‘Piccoli Anton Newcombe crescono.’ Al di là di quello che vuole essere un omaggio della band alle sonorità della band più influente degli ultimi trent’anni, è comunque da registrare un continuo tentativo da parte di questi ragazzi di cercare di muoversi senza logiche prestabilite all’interno del macro-genere psichedelico e pure senza eccedere in alcuna direzione, riuscendoci e sempre a favore di un risultato orecchiabile e che può piacere agli ascoltatori di una certa musica shoegaze che parte dalla tradizione dei Jesus & Mary Chain fino ai giorni nostri.
Opera apparentemente monumentale, ‘Sixth Time Around’ conta sedici tracce che vanno dalla freschezza di ‘Coming Down About’ oppure ‘Shakey Greeting’ a canzoni dai toni più malinconici (‘At Either End’). Altre sono un vero e proprio mantra e tentativi più sperimentali, come ‘When The Sun Comes Slow’ oppure gli oltre otto minuti di ‘The Sixth Time Around’, la canzone che in una esplosione di gioia sonora e fragore cosmico, chiude il disco e ci manda tutti quanti a dormire e sognare fino al prossimo ascolto.